APPROCCIO BREVE STRATEGICO
L'approccio breve strategico è un modello focalizzato sul problema che ha lo scopo di eliminare rapidamente i sintomi e i comportamenti che provocano sofferenza. Contemporaneamente si produce un cambiamento nelle modalità attraverso le quali una persona costruisce la propria realtà personale e interpersonale.
LA REALTÀ COSTRUITA
“Ognuno costruisce la realtà che poi subisce” A. Salvini
L'assunto di base dell'approccio breve strategico infatti è che ogni individuo costruisca la propria realtà tramite l'interazione tra le sue modalità di percepirla e le sue reazioni ad essa.
Per esempio se ho la tendenza a percepire il mondo come un luogo spaventoso e pieno di pericoli, la mia reazione sarà quella di affrontarlo tramite l'evitamento delle situazioni potenzialmente dannose o tramite un atteggiamento pessimistico, sospettoso e scontroso. Nella costante paura di essere attaccato sarò io per primo a difendermi tramite l'aggressività. Queste reazioni tuttavia portano a ciò che si definisce “la profezia che si auto-avvera”: utilizzando un atteggiamento negativo non potrò che ricevere dal mondo esterno risposte altrettanto negative confermando così la mia convinzione iniziale di un mondo pericoloso, cattivo e giudicante.
L'OBIETTIVO DELL'APPROCCIO BREVE STRATEGICO
L'approccio breve strategico mira a modificare il circolo vizioso di percezioni e reazioni tramite l'utilizzo di protocolli specifici e prescrizioni. L'obiettivo è quello di produrre un'esperienza emozionale correttiva, ovvero creare, tramite un'esperienza diretta, un nuovo punto di vista sulla realtà che di conseguenza modificherà anche la reazione ad essa trasformando il circolo vizioso in un circolo virtuoso di percezione e reazione. È infatti solo grazie ad esperienze realmente vissute che si strutturano nuovi apprendimenti.
COMPRENDERE COME FUNZIONA IL PROBLEMA
“La ricerca dei colpevoli, ammesso che si trovino, fuorvia la ricerca delle soluzioni” G. Nardone
Secondo l'approccio breve strategico, per cambiare una situazione problematica, non è necessario indagare e svelare le cause passate. Risulta invece più utile lavorare su come il problema funziona nel presente e su quali strategie siano più adatte a creare un cambiamento efficace e duraturo. Il primo step dell'approccio breve strategico è quindi quello di comprendere come funziona il problema, e come esso si mantenga nel presente. Ciò è possibile tramite l'individuazione e il cambiamento delle tentate soluzioni disfunzionali.
LE TENTATE SOLUZIONI
“Se fai quello che hai sempre fatto otterrai quello che hai sempre ottenuto” A. Robbins
Cosa sono le tentate soluzioni? Sono l'insieme dei comportamenti e atteggiamenti messi in atto dal paziente per far fronte ad un problema. Generalmente questi tentativi inizialmente sortiscono l'effetto sperato, aiutando la persona ad affrontare la difficoltà. Esse diventano disfunzionali nel momento in cui si irrigidiscono e si generalizzano trasformandosi in copioni ridondanti di modalità di affrontare il mondo. Invece che aiutare la persona, le tentate soluzioni irrigidite contribuiscono, in un'ottica di causalità circolare, a mantenere e alimentare il problema.
Per esempio, una persona che soffre di attacchi di panico generalmente utilizza due modalità di far fronte al problema: evitare le situazioni che possono provocare l'insorgenza di un attacco di panico o affrontarle solo se accompagnate da qualcuno che possa aiutarli in caso di bisogno. Entrambe queste tentate soluzioni risultano efficaci inizialmente, tuttavia esse a lungo termine contribuiscono ad alimentare e mantenere il problema confermando alla persona la sua incapacità di far fronte alla situazione temuta rendendola ancora più spaventosa.
Quindi, il focus dell'approccio breve strategica è la ristrutturazione e il cambiamento delle percezioni rigide del paziente che inducono alle sue reazioni patologiche. Per realizzare ciò, l'intervento è orientato a interrompere il circolo vizioso tra i tentativi di soluzione fallimentari che alimentano il disturbo e la sua persistenza sostenuta proprio da tali controproducenti reazioni. Pertanto si dovranno sostituire le disfunzionali 'tentate soluzioni' con altre più sane e funzionali, in grado di rompere l'equilibrio patologico.
Durante le prime sedute quindi l'attenzione del professionista è rivolta:
- Alla comprensione del funzionamento del problema
- A ciò che la persona ha già tentato di fare per risolverlo
- A cosa si potrebbe fare concretamente per uscirne
CREARE AUTONOMIA
A differenza delle tradizionali teorie psicologiche e psichiatriche, uno psicologo che opera secondo l'approccio breve strategico non utilizza nessuna definizione di “normalità” o “patologia” psichica; si basa piuttosto sui concetti di “funzionalità” o “disfunzionalità”. Inoltre l'intervento psicologico non viene attuato a partire da una teoria a priori, ma sulla base dell'obiettivo da raggiungere e delle caratteristiche del problema da risolvere. Il fine ultimo della terapia è quello di costruire autonomia e indipendenza.
Il cambiamento strategico è infatti efficace quando mette la persona in condizione di non doversi più “appoggiare” o farsi aiutare, ma essere in grado di gestire in prima persona le esperienze che la vita le propone. Nella maggior parte dei casi l'approccio breve strategico è in grado di sbloccare il problema portato dal paziente fin dalle prime sedute portando di conseguenza anche ad un incremento dell'autostima dovuto alla riscoperta delle proprie potenzialità e risorse personali fino ad allora sopite o mal sfruttate.
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